E la non violenza è l’unica chance che l’umanità ha».
(Tiziano Terzani)
I bombardieri hanno l’ordine di lanciare mirando strettamente alle nubi di polvere, al fumo e agli incendi provocati dal primo passaggio, quello della formazione del flight leader, ma la zona coperta da polveri e fumi s’allarga sempre di più, ad ogni ondata, e inevitabilmente i grappoli di bombe finiscono fino a tre, quattro, cinquecento metri di distanza dallo scalo. Viene investito in pieno il quartiere San Lorenzo, vengono centrati il piazzale del Verano e l’adiacente piazzale San Lorenzo.
Le maggiori devastazioni sono concentrate nel triangolo formato dal piazzale Sisto V, piazzale San Lorenzo, piazza Porta Maggiore.
Il primo, sommario rapporto sui danni è quello dei vigili del fuoco inviato il giorno successivo al Ministero dell’Interno. Si parla di zone sconvolte dalle bombe, traffico impossibile, linee postelegrafoniche interrotte, stabiliti completamente rasi al suolo, depositi incendiati ancora in fiamme, zone spezzonate e mitragliate, strade interrotte da macerie, cavi elettrici, rotaie divelte e crateri delle bombe, tubazioni idriche interrotte.
L’unica breve relazione ufficiale italiana sul bombardamento parla di 3.000 bombe sganciate, tra quelle di grosso, medio e piccolo calibro, di oltre 2.000 morti e 2.000 feriti.
In realtà si è accertato successivamente che i morti non furono meno di 3.000 in quel bombardamento ed i feriti tra gli 11.000 e i 12.000.
[testo da ViviSanLorenzo | foto da Wikipedia]
Mi compro l’Internét.
Poi le regole le faccio io. Altro che leggi bavaglio, autocensure e difesa dei diritti intellettuali.
Estote parati.
Io lo teorizzavo pure nel 2001 [e purtroppo i fatti mi hanno dato ragione]…
Loro blindano L’Aquila? E allora, invece di dargli soddisfazione e permetter loro di sfogarsi spaccando qualche cranio, tutti in Salento a farsi il bagno e le canne.
E che loro se ne stiano vestiti di nero sotto al sole a arrostirsi per bene.
Poi, essendo il Salento [o qualsiasi zona scelta] a minor concentrazione di guardie [che stanno tutte in tenuta antisommossa a L’aquila] si può organizzare pure qualche corteo indisturbati, certo.
‘Sta cosa di andare apposta dove si sa che ci saranno gli scontri non la capisco.
Se nei giorni del GiOtto quello che una volta si chiamava IlMovimento [e ora non so come si fa chiamare] si riversasse tutto a Arcore, per dire, scommetto che la copertura mediatica sarebbe pressocché la stessa. Le fratture scomposte, le contusioni e i traumi cranici molti di meno
C’è questa strada nella Baia di Tokyo [tra la prefettura di Kanagawa e quella di Chiba] lunga 14 kilometri di cui 4,4 sul mare e 9,6 sotto. A metà del tratto sottomarino c’è un pozzo di ventilazione sormontato da due gigantesche vele [i terminali dei condotti dell’aria viziata e dell’aria fresca].
All’altezza della rampa di immersione c’è un’area di servizio [Umi hotaru - "Lucciola di mare"] in cui si tengono anche belle esposizioni.
È visibile su GoogleMaps alle coordinate 35°29’51”N 139°51’44”E.
C’è anche un video su YouTube di 9’30” in cui si vede una soggettiva del percorso.