Visualizzazione post con etichetta stand still. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta stand still. Mostra tutti i post

giovedì 31 luglio 2008

C'è un posto

C’è un posto in una borgata che non è ancora stata violata. Un posto a cui si arriva attraverso un cancello arrugginito precariamente appoggiato un paio di pilastri diroccati. Un posto dove il suolo è ricoperto da un morbido mare verde, il cielo schermato da una macchia verdeviola di glicine e dove qualche mano sapiente ha decorato il fondale con una scritta viola con netti bordi color blu elettrico  tutta spigoli e linee rette che ancora non sei riuscito a decifrare e ti terrà piacevolmente occupato per i prossimi minuti. Un posto dove i soli rumori che sentite sono quelli delle cicale, delle api che volano pigre in cerca di polline, dell’irrigatore che si prende cura di una porzione di prato a qualche decina di metri e dei rari passi che percorrono l’anello di ghiaia che circonda l’isola verdeviola.
Siete tu e l’Amoretuo seduti con le schiene poggiate al tronco del glicine. Un libro per uno posato sulle gambe [tu stai leggendo un libro scritto per la metà in verde, vedi tu le coincidenze] a parlare di niente o del nulla mentre il senso della scritta ti si palesa a tratti. L’aria è immobile, ma lì sotto per lo meno si respira.
Roma fuori è stata abbandonata da tutta quella gggente che non si capisce perché la frequentino e sono rimasti solo quelli che la amano davvero e quelli che non hanno altro mondo. Il tempo è immobile ed è tutto per voi.
Mentre il cielo si tinge di scuro e offusca le cose con un velo sfumato, tu, dopo ore di lettura, chiacchiere, sgranchite, coccole e altro dai un’ultima occhiata alla scritta mentre riponi i libri nello zaino e la decritti in tutto il suo significato. Allora sorridi, benedici i writers, abbracci l’Amoretuo e, con un braccio intorno al suo fianco, varchi il cancello arrugginito.
Mentre fai scattare la chiusura centralizzata sai che stavolta il Supremo [conscio della tua semisordità] le cose te le ha volute scrivere a [per te] chiare lettere.




*


[p.s. Il Supremo ha un messaggio pure per voi: Domani esce un numero gratuito di XL dedicato ad Andrea. Vedete se ne volete una copia...]

*Bruce Springsteen & The E Street Band - Backstreets

mercoledì 25 giugno 2008

Oggi fa caldo.

Non di quei caldi che ti levano la voglia di vivere, però.
Più un caldo di quelli che ti fanno venir voglia di non fare nulla e lasciare che il tuo corpo assorba calore senza porre resistenza.
Uno di quei caldi che da pischello affrontavi in jeans aderenti, maglietta con le maniche arrotolate e anfibi. Perché da pischello affrontavi tutto in anfibi. Eri convinto che fossero la scarpa perfetta. Ideali per correre e per prendere a calci il mondo nel tentativo di cambiarne la forma e rendertela un po' più comoda.
E ovviamente non potevi andare con i piedi corazzati e le orecchie scoperte. Dovevi mettere una barriera di rumore tra te e tutto il resto, per evitare di subire lavaggi del cervello o tentativi di persuasioni occulte.
E te ne ascoltavi di robba diversa, un po' tutto dal punk, al reggae, alla new-wave, al metallo [che varietà, eh?..].
Ma in un giorno come questo, un giorno co' 'sto caldo, la cuffie erano pure inutili, che tanto in giro quando eri pischello co' 'sto caldo non c'era nessuno. E allora la musica ti veniva da dnetro, che senza musica mica ci sapevi stare.  E la musica che ti ronzava in testa in loop, in un giorno co' sto caldo, era solo una:

mercoledì 14 maggio 2008

Cesare

Cesare dopo l'orario di lavoro lo trovavi quasi di sicuro fuori dal pub con le spalle appoggiate al muro e una pinta in mano. Pinta che si faceva sempre versare nei boccali della Guinness perché, diceva, sono perfetti per aprire le facce.
Cesare era figlio di quella stessa rabbia che o te la tieni dentro finché non esplode o la lasci fluire e la condividi con chi ti capita a fianco. Ma non aveva mai effettivamente fatto violenza su nessuno. Anche se lo sapevano in pochi. Istintivamente sapeva che il modo migliore per non farsi rompere il cazzo nella giungla in cui era nato e cresciuto era far credere in giro che fossi chissà quale pazzo criminale. E l'aspetto gli dava comunque una mano. Non alto, vestito perennemente con anfibi, jeans slavati maglietta bianca e bretelle [al massimo, in pieno inverno, aggiungeva un maglione grigio e un bomber nero] perché quella, secondo lui, era la divisa di chi lavora in cantiere. E lui montando ponteggi ci aveva passato ormai più di metà della sua vita.
 A Cesare piaceva ascoltare musica punk, ska, reggae e soprattutto l'oi! ed era naturalmente contro ogni forma di autoritarismo. "Chi ha passato la vita in cantiere odia per forza chiunque vuole comandare. E poi i padroni so' tutti fasci, quindi noi non possiamo che essere comunisti nel cuore e nelle vene".
Cesare era sempre il primo a lasciare la pinta e muoversi se si trattava di andare a coprire svastiche, celtiche e robba del genere perché quella era la sua zona e il controllo del territorio è la prima cosa.
Cesare regalava sorrisi e complimenti a tutti con lo stesso ritmo con cui offriva le sigarette del pacchetto morbido che teneva nella tasca posteriore destra dei jeans.
Cesare amava rosolarsi al sole che colpiva la facciata del pub parlando di calcio, motori o politica.
Cesare imbruttiva spesso, ma si era incazzato solo una volta. Imbruttiva magari a un coglione pieno di soldi che si era permesso di prendere in giro l'indiano che passava al pub per vendere le rose e farsi offrire una birra. Gli dimostava di quanto gli fosse inferiore per cultura e dignità. E di quanto fosse inferiore a lui per fegato. Si era incazzato, invece, per amore. Perchè solo l'Amore fa incazzare davvero.
Cesare amava la sua città, il suo quartiere e la sua strada e si incazzava a vedere come la stessero colonizzando poco alla volta per farla diventare un posto per figli di papà come avevano già fatto con Trastevere, Testaccio, Sanlorenzo, ilPigneto...

Cesare ora guarda il sole che splende alto ma non riesce a scaldare l'asfalto sotto di lui.
Cesare è in preda agli spasmi causati da un colpo alla nuca sferrato con un casco da un sedicente naziskin che ha creduto di dimostrare il suo valore aggredendolo con altri 5 alle spalle.
L'ultimo pensiero di Cesare è che nessuno ha insegnato a chi lo ha colpito come si vive.
[Il penultimo, l'ultimo è Pezzi de mmerda, dovete morì male. Tanto.]

venerdì 4 aprile 2008

Da qualche parte in qualche tempo

C'era un uomo ricco. Ma ricco tanto. Era ossessionato dal voler sapere quando sarebbe morto e aveva stabilito di lasciare una congrua parte dei suoi averi a chi avesse stabilito il giorno del suo trapasso. [ovviamente questo comportò che nell'arco di pochissimo tempo gli fossero sottoposte svariate decine di date ricacciandolo dell'assoluta incertezza. Ma questo lui pareva ignorarlo].
Un giorno però si presentò alla sua porta un giovane che si diceva così certo di poter stabilire al minuto il momento della morte che sarebbe stato pronto a pagare con la propria vita nel caso si fosse sbagliato
L'uomo ricco disse che non avrebbe accettato date oltre i 100 anni del giovane perché voleva essere sicuro di ucciderlo lui stesso nel caso la data passasse trovandolo ancora vivo. Il giovane gli disse di non preoccuparsi con uno strano sorriso. Solo, per motivi suoi personali, gli chiese di essere accolto non prima di una settimana in un giorno che non fosse già stato designato da nessuno, anche se era certo che non fossero state ancora scelte date prossime, visto che l'uomo ricco mostrava di godere ancora di ottima salute.
Il giorno fissato fu infatti proprio il settimo successivo.
Il giovane si presentò all'appuntamento con aria sicura e si mise subito al lavoro. Aprì una grande pergamena davanti a sé e poso su di essa una sacca di stoffa da vele. Poi, con le mani nella sacca disse "io posso dire con assoluta certezza che la tua vita finirà in questo minuto", estrasse una pistola dalla sacca e uccise con un solo colpo in fronte l'uomo ricco.
Non poterono fare altro che ricoprirlo di oro e giustiziarlo.

venerdì 22 febbraio 2008

Tu

Cammini nella foschia che precede l'alba. A farti compagnia solo il suono del tuo fiato e dei piedi sulle foglie di quercia marcite coperte di brina. Stai trottarellando verso il culmine della collina per vedere il sole sorgere dietro il monte lontano e innondare di luce la vallata. Ti piace quando tutto si colora di bianco. Ti piace camminare su un lago di luce e stringere gli occhi per non farti ferire troppo.
Oggi sarà una magnifica giornata.
Guaderai il ruscello di cristallo e sentirai che si sta sensibilmente scaldando giorno dopo giorno. Darai una lunga sorsata di quell'acqua amara e così buona che sa di neve e fango. Affonderai con amore i denti nel collo di qualche leprotto o, se il recinto è abbastanza isolato, potresti anche decidere di andare a liberare per sempre qualche pecora malata dalla sua triste vita di schiavitù. Il Mondo si sottometterà come al solito grato ai tuoi piedi. Del resto non sei stato messo al culmine della piramide evolutiva per sbaglio, no?

...E , se sarai particolarmente fortunato, verrà a trovarti quello strano Uomo che ogni tanto vedi da queste parti. Si avvicina timoroso e ogni volta osa di un passo in più. Si siede in terra e passa lunghissimi minuti a fissarti. E tu fissi lui e questo scambio di sguardi ti piace da impazzire. Se ci non ci fossero decine di generazioni alle spalle a dirti che è tabù ti saresti già avvicinato a leccargli il muso. Ma d'altra parte il tuo istinto ti dice che non hai nulla da temere. E tu lo sai che il tuo istinto non sbaglia mai.

Tu sei Lupo.
[Ps: *]

lunedì 21 gennaio 2008

Marco fra sei assi di pino

Che poi in un modo così stronzo.
Vabbe' che quando tocca tocca e un modo magari vale l'altro. Ma la ruota anteriore inchiodata in tangenziale a 110 all'ora secondo me è un modo magari un po' più stronzo di altri.
E comunque adesso è lì. Ricomposto alla bell'e meglio in una bara di legno fra sei assi di pino, come disse una volta lui stesso.
Tutti riuniti in una chiesa a ascoltare l'omelia del prete che dice di come le morti giovani [giovani?] siano quelle di cui sia più difficile capire il senso, ma che il tutto fa parte del Suo disegno e che forse quelli che muoiono prima sono quelli a cui Lui vuole più bene...

È adesso che succede.
La senti chiara. La sua voce. La riconosci subito. E come te tutti gli altri, a giudicare dalle loro facce. Solo il prete non la riconosce, ma non avendola mai conosciuta, non potrebbe essere altrimenti. Soprattutto quel tono a presa per il culo è decisamente il suo...
"E sì che lo avevo scritto chiaro una decina di anni fa e appeso in camera da letto. In caso io sia morto. E mi pare che questo sia proprio il caso...
Mi pare che avessi detto che avrei gradito essere espiantato dell'espiantabile [anche se mi sa che stavolta c'era rimasto poco] e cremato.
Mi pare che avessi detto 'niente cerimonie di nessun tipo' e allora 'sto pagliaccio in gonnella qui che sta facendo? E poi come fa a parlare di me se non mi ha mai visto né sentito?
"ma veramente..."
"zitto, prete, vai a sodomizzarti qualche catecumeno e lasciaci soli.
E qualcuno, per favore, vada a cercare di rimediare almeno il punto più importante della lista a vada a procurarsi del Campari. Pagherei io, ma non mi avete messo soldi in tasca. Un'altra usanza utile andata persa..."

Poi, nel silenzio generale,
"Ragazzi, che facce, dovreste vedervi. Pare che abbiate visto un fantasma...
Ah, ho una brutta notizia per alcuni di voi, immagino. Dio non esiste. Nessu tipo di Dio o figura assimilabile. Nessuno che possa redimere i vostri peccati post-mortem. E l'unica forma di inferno consiste proprio nel ripensare in eterno in loop a tutte le cose brutte fatte in vita. Per cui smettete di fare cazzate, mettete una pezza a quelle fatte e rigate dritto.
Altrimenti mi dispiace ma sarete dannati in eterno"

[Fade]

*
ogni uomo ha un destino
che lo regna sovrano
e lo reca per mano
fra sei assi di pino
[opera giovanile]


[i capitoli precendenti qui, qui, qui, qui, qui]

venerdì 18 gennaio 2008

Voglia di, adesso

Estate.
Una tarda mattina estiva. Con jeans, scarpe di tela e T-shirt.
Sotto una tettoia con vista su un vasto campo declinante e brullo pascolato da mucche e cavalli.
Un improvviso acquazzone a gocce pasanti che solleva l'odore di ozono ma non rinfresca più di tanto l'aria.
I grilli che si zittiscono e pochi uccelli che si alzano in volo sul limitare del campo.
Lager fredde in bottiglia da versare in bicchieri spessi.
Il mio amore  e gli altri anelli della mia catena.
Qualcosa di nessuna importanza di cui parlare oziosamente

mercoledì 7 novembre 2007

Ricordi?

Ti ricordi la voce del vespone primavera?
Quel tono basso, caldo e dolce che sembrava fatto apposta per lente passeggiate in maglietta e jeans sotto il sole meridiano a cullare il sonno di chi è soccosso alla canicola.
Nulla a che vedere con le voci "pischelle" dello specialino dal faro quadrato o del picappa dal lookottanta.  Voci che sanno di giorni di scuola saltati in assolate giornate invernali. Di guanti deposti nel sottosella insieme ai documenti e alla chiave della candela. Ritmi più veloci. Rocksteady invece di Reggae. Ma sempre sincopati. Quelle esplosioni sonore che fanno esplodere la gioia nel cuore.
Te la ricordi la voce del vespone primavera?
La pedalina di accensione che portava i giri alle stelle per poi normalizzarli sul minimo [quando finivano le bestemmie per la candela bagnata di miscela]. Il minimo che quando era ben regolato ti permetteva di fare kilometri senza mani.
Te la ricordi la voce del vespone primavera?


lunedì 5 novembre 2007

"Tosto, duro e peloso"*

"Provateci ad avvicinarvi. che tanto io di munizioni ne ho a sfesa. E arroccato qui sopra chi mi tira giù.
Pim! fuori uno. Pim! un altro che cade...
Venite, venite, pecore. venite a vedere che cazzo è 'sto fumo che sale dal terrazzo. Spero che qualcuno di voi merdine riesca a superare il mio fuoco e provi a salire per le scale per apprezzare lo scherzetto di ellouin [no, oggi gnente dolcetto...]. Sai le risate quando faranno saltare le bombe che ho messo per le scale! quasi quasi ne lascio passare uno apposta... Ma no! Io sono il supercecchino con le palle che gli fumano. nessuno deve passare.
Basta co' sto buonismo! E basta co' 'sti cazzo de
negri dell'est che monipolizzano le prime pagine. Domani ci sarò io. Il cecchino con le palle che gli fumano. Il baluardo dei Nostri valori. No 'sti cazzo de frocetti che fano tanto i camerati e poi non sanno nemmeno perché questa città si chiama così...
Venite a tiro, merde, ce n'è per tutti...
"

Ora, però,  se tu fossi stato un vero uomo l'ultimo colpo lo avresti tenuto per te, invece di farti arrestare come una mammoletta.
Ricorda: Il testa di cazzo va fatto sempre fuori.

*

martedì 30 ottobre 2007

Succede così [anche]

Te ne stai nella tua macchinetta inchiodato sul GrandeRaccordoAnulare  a sbollirti tutto lo stress della giornata ascoltando in loop StraightToHell con il tuo impianto cd pagato uno stipendio.
Te ne stai talmente rilassato che quando quella cazzo di BMW ti taglia la strada ritardi di un quarto di secondo a frenare e ti tocca inchiodare. E ti scappa anche un'invocazione agli avi defunti del conducente di quella cazzo di macchina.

Succede così.
La macchina che ti ha tagliato la strada ti si piazza davanti per traverso e ne escono due manzi ipertrofici con lo sguardo bovino e il cavallo basso. A occhio li diresti padre e figlio, ma non è che ti soffermi tanto sulle loro fattezze. La tua attenzione è attratta piuttosto dalla mazza da basball e la chiave da 36 che tengono strette nelle zampe anteriori e che ti mostrano.
Si avvicinano con grande calma ma con l'arroganza tipica di chi abita nelle fogne ed è convinto che la puzza se ne vada con abbondanti docce di soldi e profumi volgari. Ma no, non se ne va..
E insomma si avvicinano, ti tirano fuori a forza dalla tua macchina e ti massacrano davanti a tutti.

Ora, le considerazioni che vengono sono un paio:
Uno: Questa gente ha da mori' scomoda. Tanto scomoda. Roba che la cura canaro protratta per una settimana sarebbe poco.  Questi esseri devono restare bloccati nelle fogne da cui vengono. Non devono aver diritto a esprimersi o muoversi. Nè a vivere, in finale.
Due: [e mi rivolgo ai manzi di cui sopra] Oltre a aver dimostrato quanto siete teste de cazzo, avete bloccato il traffico e immobilizzato centinaia di persone dietro di voi. Che purtroppo non sono come voi.

venerdì 26 ottobre 2007

Don't DrinkN'Drive. SmokeN'Fly

[stavolta lo faccio pure io...] Soundtrack: Beacuse I got High


C’ho una domanda che mi gira nella testa [zunzunzunzunzù]:


Perché si cerca di limitare l’uso dell’etanolo e il THC è vietato, da sempre e per sempre?


Voglio dire, non è che io voglia vietare le bevute. Io col Campari™ ci faccio la comunione [e poi figuriamoci se voglio far chiudere il Ratafià…].


Però abbiamo tutti ben presenti gli effetti dell’abuso di Alcohol sugli idioti, no? Risse, macchine distrutte, incidenti mortali, Campo de’ Fiori piena di testedecazzo….


E invece nella mia trentennale esperienza  di osservatore di consumatori di Cannabis e derivati l’effetto più devastante a cui ho assistito è stato su di me. Ho smesso perché mi “imparanoiava”.


Per il resto


Ho visto gente farsi una paio di canne prima di mettersi a fare lavori pesanti e potenzialmente pericolosi con presse, torni, saldatrici eccetera e farli in modo impeccabile.


Ho visto gente accostare la macchina sul bordo della strada e farsi una mezz’ora di sonno perché si rendeva conto di non riuscire a guidare.


Ho visto gente smettere con gli psicofarmaci sostituendoli con l’erba coltivata nel campo [e prendersi due anni, per questo].


Ho visto gente passare la notte a studiare rollando una canna dietro l’altra.


Ho sentito il buonissimo profumo dell’erba lasciata a seccare appesa al soffitto.


Ho visto come rilassa e scioglie le persone e come sia piacevole un dopocena in cui le canne girano [ovviamente senza esagerare, come per tutto].


Ho visto gente sofferente di insonnia cronica svegliarsi riposata dopo una notte di sano sonno.


Ho sentito gente più esperta di me fare una lista di benefici


Allora, seriamente, qualcuno mi spiega quali sono questi effetti così disastrosi che giustificano questo clima di odio nei suoi confronti?


Perché, se è per la salute dei cittadini, riconvertite pure tranquillamente tutti i campi di tabacco a cannabis…


Ve lo dice uno che lo chiamavano Obelix perché “ci è caduto dentro da piccolo”

martedì 23 ottobre 2007

Stone warm

La strada è un nastro dorato che ti decora le pupille e che serpeggia davanti a te per decine di kilometri. Interrotta solo quando passa sotto il ponte ferroviario. Tratto per il quale sai che diverrai temporaneamente cieco. Ma lo conosci a memoria e non rallenterai. Speri solo che qualche cinghiale in auto non decida di attraversare la strada proprio mentre passi tu. Altrimenti ci sarà frollato di cacciagione al tuo banchetto funebre…


La colonna sonora è offerta dal rumore del motore attutito dai vetri chiusi e dallo scatto del cambio quando scali le marce.


Per il resto è silenzio assoluto. Assoluto e assolato. Il cielo sopra è uno straccio ch’è bagnato di celeste e la campagna intorno sta mettendo il suo vestito autunnale giallo e rosso.


Le ruote sono incollate all’asfalto e i tuoi pensieri sono assenti [se non per ricordarti che in un giorno così hai fatto quella cazzata che ha fatto passare 5 giorni all’ospedale a te e 60 dal carrozziere a J.J. Ma ormai sono passati lustri, tu hai imparato a non fare così tante cazzate e J.J. scorrazza felice nei circuiti celesti dove nessuno potrà più decidere la sua strada, visto che lo sterzo lo hai tenuto tu].


Sai che presto arriverai a destinazione e dovrai spegnere il motore, aprire lo sportello, respirare l’aria frizzantina e tornare nel mondo.


Ma, finché non finisce, questo momento è eterno. E viverlo ti allarga il cuore.

venerdì 19 ottobre 2007

"Quando il cielo ride"

Quando sopra di te hai uno di quei cieli che sembrano affrescati con tonnellate di lapislazuli.
Quando i colori di tutto quello che ti circonda sono definiti come fossero appena stati graffiati con dello spray su un muro perfettamente intonacato.

E Tu sei lì sotto che soffri come una cane per qualcuno dei tuoi cazzi che ti sembrano assoluti e universali.
Allora, se alzi lo sguardo, ti accorgi che il Mondo non ha perso nemmeno un miliardesimo della Sua bellezza. E che il tuo dolore si fa sentire forte quanto un sospiro emesso al centro del campo durante un concerto di Vasco.

Tu praticamente non esisti, renditene conto.
E inizia ad apprezzarne il bello....

venerdì 5 ottobre 2007

Fuori di metafora

È parecchio che non fisso il baratro.
È un po' che non mi fermo sull'orlo del burrone e spingo lo sguardo fino in fondo all'orrido.
Da tanto non sento quella sensazione di calma assoluta che solo un panorama del genere [mi] può dare.
La sensazione della concretezza della terra sotto i piedi. Il percepire esattamente dove finisce il mondo. Fino a quel millimetro è il regno a cui appartieni e lì oltre solo se sai volare. [che poi forse ne sei capace. Hai mai provato veramente, per essere così sicuro che invece no?]

Questo vorrei.
Stare in piedi sull'orlo.
Un pezzo di terra inclinato su un salto di qualche [decina di] centinaia di metri. Un cielo che corre prendendo la rincorsa e si getta felice nel vuoto e davanti il nulla. Migliaia di metri cubi di nulla assoluto tra quel pezzo di terra e quello che è sotto. E come al solito chiedermi se quando mi hanno convinto che io non posso volare non fosse solo una di quelle cose che si dicono ai bambini senza pensare che poi loro ci crederanno inconsciamente per il resto della vita.

Dicono che le vertigini non siano paura del vuoto, ma paura di non saper resistere alla sua attrazione.
Dicono che la caduta libera sia una delle sensazioni più forti che si possano provare.
Dicono che il mare attiri tanto perché in finale non è che un immenso spazio vuoto riempito d'acqua.
Dicono

Io so che amo spaziare lo sguardo sul Nulla senza cercarci dentro metafore idiote [come tutte quelle che pretendono di essere applicate alla mente umana]. Forse se Freud si fosse fatte meno pippe mentali e avesse osservato di più il Nulla avrebbe vissuto in un modo migliore. E tutti quelli che lo hanno seguito pure.

domenica 23 settembre 2007

And the Anzio bridgehead was held*

Per loro la guerra è finita prima che per altri.
E vederli tutti insieme fa una certa impressione.



martedì 18 settembre 2007

E tutti gli anni, di questo periodo...

...mi torna la stessa domanda:
"Perché la stragrande maggioranza di quelli che intasano la TangenzialeEst di Roma [come, immagino, anche le altre italiche strade] è del tutto inabile alla guida?"

...E perché in italia la patente di guida è cosiderata tipo un diritto e non una certificazione che attesti la capacità di condurre un veicolo potenzialmente mortale per se e per gli altri?...

Se non conoscete le più elementari regole della guida [tipo cosa fare in caso di presenza di veicolo di soccorso a sirene spiegate] statevene a casa o muovetevi coi mezzi pubblici, mannagga a Quello...

giovedì 6 settembre 2007

La mia banca* è differente

Stamattina sono andato in banca a prelevare 2'800€uri [i killer e i magistrati si fanno ancora pagare in contanti...].
Sono entrato di mattina presto per evitare la fila e perché così potevo sbrigarmi prima di attacare a studio.
Ho fatto la mia breve coda dietro la linea gialla e al mio turno ho detto all'impiegato che dovevo prelevare duemilottocento euro.
"numero di conto?"
"*/@!£$/=&"
"due e cinque?"
"due e otto..."
-digita un tot di tasti, la stampante a aghi sputa un foglio che mi sottopone dicendomi "intanto firmi qui" senza chiedermi né un documento né il nome.
Cioé poteva entrare chiunque avesse trovato un foglio con il mio conto e "provarci". Tra l'altro, non essendo io uno che compie frequentemente operazioni in banca, l'ho anche palesemente letto da un post it.
In effetti non ho nemmeno controllato il numero di conto sulla distinta. Magari qualche altro cliente, senza saperlo mi ha fatto un bel regalo...

.....................................................


Comunque, come in ogni gag che si rispetti, la battuta migliore è venuta alla fine:
"Purtroppo non ci hanno ancora portato i tagli grandi, devo darglieli in pezzi da 20." 140, per la cronaca...
[e ho anche dovuto chiedere una busta, sennò me li davano sfusi e buona fortuna]

*ovviamente, per evidenti motivi, non dirò quale banca...

lunedì 3 settembre 2007

Ovvietà

Le armi non servono per portare la pace.
Le preghiere non servono per sfamare.
I controlli non aumentano la sicurezza.
Le parole non uccidono, non feriscono e non costringono nessuno a fare alcunché (spesso non sono altro che un divertente e inutile orpello).
Il perdono è dovuto solo dai cristiani (settanta volte sette, qualsiasi cosa questo voglia dire).
Pentirsi significa accettare a cuor sereno le conseguenze del proprio gesto. Non pretendere il perdono.
Se l'uomo non è ritenuto in grado di decidere per se stesso non può nemmeno essere ritenuto in grado di decidere per altri uomini.
Governare è un verbo che ha come oggetto naturale mandrie, greggi e pollai.

(continua)

martedì 31 luglio 2007

Reloaded


[con questo programmino , in utilizzo gratutito per 30 giorni]

lunedì 30 luglio 2007

Soprattutto in Estate

La vita di suo sarebbe decisamente lieve.

Se gli umani non facessero di tutto per appesantirsela...