venerdì 1 febbraio 2008

Get into the wild

Visto che va di moda parlare di film[s] paragonandoli ad altri già usciti dirò che AlexanderSupertramp, il protagonista di IntoTheWild, ricorda molto Hal Larson di AmoreAPrimaSvista e il J.D. di ScheggeDiFollia [anche fisicamente, in certe inquadrature] e come loro si iscrive a pieno titolo nel filone delle persone con forti disfunzioni mentali che riescono a farci credere che, forse, il loro modo di vedere il mondo sia più giusto di quello corrente. In effetti, sotto questo punto di vista ricorda anche GesùCristo, e a un certo punto gli viene anche fatto notare...
Per il resto questo è un grande film sull'Amore. Amore che salva e amore che allontana dal resto del mondo. In un modo o nell'altro tutti in questo film amano. E chi all'inizio non lo fa avrà modo di espiare e redimersi.
È anche inequivocabilmente un film di SeanPenn. E SeanPenn o lo si ama  o non si è capito nulla di cinema e di vita.
Una parte importantissima la hanno anche le scene mozzafiato [che lo consigliano assolutamente per una visione al cinema - anche se ieri in sala c'era chi si operava per procurare il sonoro per lo screener] e il magnifico banchetto dei lupi che da solo vale mezzo film
La battuta del film [che inserisco per fare una vera recensione in stile Populista] è: "ma vuoi andare in Alaska Alaska o Alaska città? Perché ad Alaska città è pieno di supermercati e non ti serve imparare a cacciare"


Ovviamente, e stavolta è veramente pesante, qui, per chi lo vuole c'è lo spoiler ormai di rito...

5 commenti:

Solitaire ha detto...

Concordo su tutto o quasi, e mi permetto di aggiungere che il film ha una colonna sonora perfetta (anche se non rispecchia esattamente le mie preferenze musicali).
Per il mio modo di vedere le disfunzioni mentali le avevano parecchi degli altri, solo che le mascheravano con una condotta di vita falsata dalle apparenze.
Sean Penn meritava di essere lodato già dopo *La promessa*, ora andrebbe venerato.

cornersoul ha detto...

A proposito [anche] di colonna sonora:
Una pecca della versione italiana è lo smodato uso di sottotitoli ai versi di EddieVedder e di traduzione per ogni scritta che compaia sullo schermo [date comprese].
Per le disfunzioni: Io di matti come cavalli sullo schermo ne ho visto uno solo. Gli altri erano mediamente schizzati come tutti...

Solitaire ha detto...

Quella che tu definisci *pecca* secondo me è solo un eccesso di zelo.
Non pochi film sono stati rovinati dai dialoghi italiani e da scarsa attenzione alle traduzioni, per non parlare di alcuni titoli orripilanti.
In questo caso, visto che non erano solamente le scene ad essere mozzafiato, è stata data molta importanza alle parole, che dovevano arrivare tanto quanto le immagini.

mezzojameson ha detto...

il film non l'ho ancora visto, ma concordo pienamente su Sean Penn, in "Accordi e Disaccordi" è stato impressionante

salot'

AnelliDiFumo ha detto...

Buffo, io l'ho trovato invece un film che parla di solitudini, al plurale. Amo Sean Penn ma proprio per questo mi aspettavo di più da questo suo film. Non bello, non brutto. Lento in alcuni tratti. Messaggio chiaro, ma poco calibrato. Storia vera, probabilmente è quello il difetto.