La strada è un nastro dorato che ti decora le pupille e che serpeggia davanti a te per decine di kilometri. Interrotta solo quando passa sotto il ponte ferroviario. Tratto per il quale sai che diverrai temporaneamente cieco. Ma lo conosci a memoria e non rallenterai. Speri solo che qualche cinghiale in auto non decida di attraversare la strada proprio mentre passi tu. Altrimenti ci sarà frollato di cacciagione al tuo banchetto funebre…
La colonna sonora è offerta dal rumore del motore attutito dai vetri chiusi e dallo scatto del cambio quando scali le marce.
Per il resto è silenzio assoluto. Assoluto e assolato. Il cielo sopra è uno straccio ch’è bagnato di celeste e la campagna intorno sta mettendo il suo vestito autunnale giallo e rosso.
Le ruote sono incollate all’asfalto e i tuoi pensieri sono assenti [se non per ricordarti che in un giorno così hai fatto quella cazzata che ha fatto passare 5 giorni all’ospedale a te e 60 dal carrozziere a J.J. Ma ormai sono passati lustri, tu hai imparato a non fare così tante cazzate e J.J. scorrazza felice nei circuiti celesti dove nessuno potrà più decidere la sua strada, visto che lo sterzo lo hai tenuto tu].
Sai che presto arriverai a destinazione e dovrai spegnere il motore, aprire lo sportello, respirare l’aria frizzantina e tornare nel mondo.
Ma, finché non finisce, questo momento è eterno. E viverlo ti allarga il cuore.
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