giovedì 5 novembre 2009

Ognuno ha [già] la sua croce

Io per tutto il mio quinquennio di scuole superiori, ogni anno, il primo giorno di scuola, la prima cosa che ho fatto è stata staccare il crocefisso dal muro e metterlo nel cassetto della cattedra. E nessuno se ne è mai lamentato [la maggior parte delle persono non se ne sono nemmeno accorte, credo]. Una volta è stato sostituito da una foto di FreddieMercury [in occasione della sua morte], altre volte il muro è rimasto vuoto, altre il crocefisso dopo un po’ è tornato [magari sottosopra]. Ma nessuno ne ha mai fatto un caso nazionale.


Perché io lo staccavo? Semplice: perché mi offendeva. E mi offendeva non tanto in quanto simbolo religioso o di una antica tradizione. Mi offendeva perché imposto. Mi avrebbe offeso allo stesso modo una foto del PiccoloPadre o del PresidenteDellaRepubblica.
Per come la vedevo [e la vedo] io, in un posto in cui, tra le altre cose, si formano le coscienze di giovani individui non dovrebbero essere imposti simboli di nessuna ideologia. Nessuna. Io quello lo chiamo giocare sporco.


Se poi una collettiviità [in questo caso la classe] decide di comune accordo di mettere sul muro il simbolo che preferisce, o nessuno, dovrebbe essere libera di farlo senza che nessun altro si permetta di interferire.


Amen.

2 commenti:

DieMaus ha detto...

Ben detto (e ben fatto)!
Più chiaro e condivisibile di Travaglio.

utente anonimo ha detto...

Ci trovo un eccesso di buon senso, perché tu sia davvero italiano.

AdF