Quel tono basso, caldo e dolce che sembrava fatto apposta per lente passeggiate in maglietta e jeans sotto il sole meridiano a cullare il sonno di chi è soccosso alla canicola.
Nulla a che vedere con le voci "pischelle" dello specialino dal faro quadrato o del picappa dal lookottanta. Voci che sanno di giorni di scuola saltati in assolate giornate invernali. Di guanti deposti nel sottosella insieme ai documenti e alla chiave della candela. Ritmi più veloci. Rocksteady invece di Reggae. Ma sempre sincopati. Quelle esplosioni sonore che fanno esplodere la gioia nel cuore.
Te la ricordi la voce del vespone primavera?
La pedalina di accensione che portava i giri alle stelle per poi normalizzarli sul minimo [quando finivano le bestemmie per la candela bagnata di miscela]. Il minimo che quando era ben regolato ti permetteva di fare kilometri senza mani.
Te la ricordi la voce del vespone primavera?
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