Più un caldo di quelli che ti fanno venir voglia di non fare nulla e lasciare che il tuo corpo assorba calore senza porre resistenza.
Uno di quei caldi che da pischello affrontavi in jeans aderenti, maglietta con le maniche arrotolate e anfibi. Perché da pischello affrontavi tutto in anfibi. Eri convinto che fossero la scarpa perfetta. Ideali per correre e per prendere a calci il mondo nel tentativo di cambiarne la forma e rendertela un po' più comoda.
E ovviamente non potevi andare con i piedi corazzati e le orecchie scoperte. Dovevi mettere una barriera di rumore tra te e tutto il resto, per evitare di subire lavaggi del cervello o tentativi di persuasioni occulte.
E te ne ascoltavi di robba diversa, un po' tutto dal punk, al reggae, alla new-wave, al metallo [che varietà, eh?..].
Ma in un giorno come questo, un giorno co' 'sto caldo, la cuffie erano pure inutili, che tanto in giro quando eri pischello co' 'sto caldo non c'era nessuno. E allora la musica ti veniva da dnetro, che senza musica mica ci sapevi stare. E la musica che ti ronzava in testa in loop, in un giorno co' sto caldo, era solo una:
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