giovedì 15 dicembre 2005

Giuseppe Pinelli è stato suicidato

La sera del 15 dicembre 1969, intorno alla mezzanotte, il corpo di Giuseppe Pinelli precipita per quattro piani da una finestra della qestura di Milano. All’interno della stanza cui appartiene la finestra sono presenti il commissario Luigi Calabresi, i brigadieri Panessa, Mucilli, Mainardi, Caracutta e il tenente dei carabinieri Lograno. Il questore Marcello Guida già 20 minuti dopo dichiara che il Pinelli si è suicidato e che il suicidio è una ammisione di colpevolezza perché "l'alibi era crollato"


Ai primi di febbraio, dall'inchiesta condotta dalla magistratura trapela un particolare: la chiamata fatta quella notte dalla questura al centralino telefonico dei vigili urbani per richiedere l'intervento di una autoambulanza è stata registrata da uno speciale apparecchio e quindi si può stabilire con certezza l'attimo esatto, che risulta essere mezzanotte e 58 secondi. Come dire due minuti e due secondi prima della caduta di Pinelli, se si sta al tempo segnalato da tutti i giornalisti che erano in questura quella notte. La stanza dell'interrogatorio larga m.3,56x4,40 e contenente vari armadi e scrivania e la presenza di 6 persone rende impossibile uno scatto di Pinelli verso la finestra. C’è da aggiungere la stranezza che la finestra fosse aperta trattandosi di dicembre e di notte. Pinelli cade scivolando lungo i cornicioni. Non si è dato quindi nessuno slancio. Egli cade senza un grido e senza portare le mani a protezione della testa, come se fosse già inanimato.


Nonostante questo il 3 maggio 1970 il caso per lo stato è chiuso: il procuratore Gaizzi archivia la morte di Pinelli come "Morte accidentale". Nel giugno 1971 nel processo contro Calabresi accusato dal giornale 'Lotta continua' di essere responsabile di omicidio viene riesumata la salma di Pinelli. Sul collo viene riscontrata una ecchimosi di cm 6x3 presumibilmente provocata da un colpo di karaté (metodo usato dalla polizia) sicuramente precedente alla caduta.Vengono fatte prove con un manichino che escludono completamente il suicidio.


Nell'ottobre 1975 il processo si conclude senza né suicidio né omicidio ma con l'allucinante verdetto di malore attivo. Il Pinelli secondo la giustizia si sarebbe sentito male e avvicinatosi alla finestra con attorno 6 persone sarebbe inavvertitamente scivolato. Cosa impossibile perchè il baricentro della sua altezza(1,67 m) era inferiore all'altezza della ringhiera (97 cm).


Qui la descrizione in dettaglio tratta da La Strage di Stato – controinchiesta – grazie a Er Canto per averlo trascritto e messo in rete insieme a un sacco di altri libri interessanti .


P.s. il dodicimaggioduemilaquattro il presidente della repubblica CarloAzeglioCiampi ha insignito della medaglia d'oro al merito civile l’anima del commissario Calabresi, l’uomo che ha avuto, come minimo, la responsabilità morale e politica [se non quella penale] della morte del Ferroviere Anarchico Giuseppe Pinelli. L'ennesima dimostrazione che in italia basta farsi ammazzare per essere fatti santi eroi e navigatori...

3 commenti:

utente anonimo ha detto...

Silenzio.
Il MIO modo di ricordare il Fratello Pino. Ferroviere. Anarchico.

Quella sera a Milano era caldo
ma che caldo, che caldo faceva,
"Brigadiere, apri un po' la finestra!",
una spinta ... e Pinelli va giú.

da La Ballata dell'Anarchico Pinelli


G*

zarabeth ha detto...

Pensa che mia madre e mio padre me lo raccontavano quando ero piccola. Mia madre aveva i capelli lunghi e le gonne a fiori... e due anni più di me, mio padre aveva la barba, portava l'eskimo, era un sindacalista e non votava ancora Berlusconi.

cornersoul ha detto...

Tua madre aveva due anni più di te?
Deve essere bello avere così poca differenza di età, chissà le cose che avete fatto insieme... ;oP

[scherzi a parte, pure tu una nipote dei fiori, quindi?]