Questo ne fa il responsabile morale, politico e penale della morte del ferroviere anarchico Peppe Pinelli qualsiasi cosa sia successa dentro o fuori quella stanza.
Non ha importanza che egli fosse fisicamente presente o che si fosse assentato per farsi gli allegri cazzi suoi [in proposito consiglio la lettura del capitolo 4 de "La strage di Stato - controinchiesta"].
Non ha importanza come sia stato ucciso il Pinelli, se materialmente buttato giù dalla finestra o se vogliamo credere alla favola del suicidio compiuto gettandosi fuori da una finestra aperta, il 15 dicembre, gridando " è la fine dell'anarchia". E lasciamo perdere il fatto che, dalla registrazione della telefonata risulta che l'ambulanza per raccogolierlo è stata chiamata due minuti e due secondi prima della caduta.
Qui non si sostiene che sia stato giusto ucciderlo. Che nessuno dovrebbe morire ammazzato [da Leonardo Marino, poi...]. Ma la prossima volta che qualcuno avrà l'idea di dedicargli una lapide ci piacerebbe che fosse per lo meno completa
5 commenti:
Lo sanno tutti che si è buttato, la vita in ferrovia a lungo andare deprime.
Nel mondo in cui viviamo le persone che danno fastidio vengono schiacciate, un pò come si fa con le zanzare.
In gamba!
Ale
Non si è proprio buttato, si è lasciato cadere.
Tra qualche mese spunterà fuori uno storico cattolico che sosterrà che Pinelli si era pure redento al cattolicesimo in punto di morte, e che sia inciampato fuori dal balcone.
Condivido la campagna per la completezza delle lapidi di Calabresi.
Il buon Pinelli sorride. Disinteressato a certe magagne. Io digrigno i denti. Non lascio passare un cazzo. Napolitano mi rompe un tantino i coglioni ultimamente.
SI E' TRATTATO DELL'ENNESIMO OMICIDIO DI stato. A
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