Sapeva che sarebbe successo; era pressoché inevitabile e ora si ritrovava a subirne le conseguenze.
Avevano detto “dai, organizziamo qualcosa a casa tua, facciamo qualcosa da mangiare e poi ci scateniamo in una mega partita a ping-pong all’americana” Lui aveva cercato di evitare il pasto, di mantenerlo leggero, di non farlo annaffiare con la birra. Ma loro niente: e vai con la puttanesca, e vai con la caprese, e vai col dolce. E birra e birra e birra e Coca e Fanta e alla fine erano inevitabilmente tutti fedeli e timorosi sudditi del loro unico dio e sovrano.
Era ormai inutile spronarli, prenderli a calci, pagarli. Erano tutti in coma, a fissare il tennis davanti al televisore, appoggiati al letto con le gambe stese e l’occhio spento.
L’abbiocco postprandiale
ti prende tutto d’un colpo, senza bussare, ti alzi da tavola fresco e tranquillo e di botto ti senti lo stomaco che si appesantisce e ti costringe a risederti, le palpebre si serrano contro la tua volontà e tutti i tuoi sforzi sono tesi a distaccarle per permettere all’occhio di vagare nel vuoto alla ricerca di un soggetto che non impegni troppo il cervello ormai incapace di articolare un qualsiasi concetto che sia più impegnativo di “cazzo, l’abbiocco!!!”. Non riesci più a recepire i più semplici segnali del mondo circostante, nulla potrebbe più riuscire a resuscitarti da un simile condizione, neanche ciò per cui normalmente daresti uno dei tuoi arti superiori. Vorresti solo dormire ,ma non ci riesci perché sei troppo appesantito e allora stai come un ebete allungato a fissare una partita di tennis che non riesci a decifrare mentre il resto della città versa nelle tue stesse condizioni e speri solo di riprenderti presto per poter fare quella cazzo di partita che era poi ciò per cui sei venuto a casa di Fabbio che “Io te lo avevo detto” e che ora ti rompe le palle per fartela pagare “A te e a quegli altri stronzi” e che gli spaccheresti volentieri il culo se solo riuscissi a sollevare una gamba e invece stai come una zucchina e devi soffrire e non ti dà nemmeno il caffè perché “Se lo vuoi te lo fai ma mi sa che è finito” con quel ghigno da stronzo. Ma appena me ripjo te sdrumo e allora sì... Ma checcazzo ma chi so’ ‘sti due che pallettano da due ore saranno abbioccati pure loro, ma ‘sticazzi sto già mejo e ora mi alzo e ora mi alzo e ora mi alzo e.....cazzo piove! Ma allora lo fai apposta, no ha smesso dai si va rompicojoni rincojoniti.
Ma la prossima volta col cazzo che mi fai mangiare così Fabbio dimmerda e... no, la racchetta sulle palle no, vaffanculo stronzo prendi questo attento al tavolo da ping-pong e cazzo l’hai sfondato e adesso?!?
Etc etc.
1993, tipo
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